Il legno perchè …….. Vol. 2 (Case di cartone e collezionisti di CO2)

Quando alcuni anni fa Robi e Anna, cari amici, decisero che la loro casa sarebbe stata in legno, si può dire che dalle nostre parti fossero quasi dei veri pionieri, tanto da sollecitare da più interlocutori, tra cui ottusi imprenditori edili, una facile e superficiale ilarità su queste nuove “case di cartone”. E magari queste “edificanti” critiche venivano mosse proprio da chi viveva da sempre in case di muratura scarsamente coibentate, fredde d’inverno e torride in estate, dei tuguri spacciati per abitazioni costruite secondo la regola dell’arte, “villette a elle” palcoscenico a volte di banali, se non mediocri esistenze, luoghi dai quali ti attardi volentieri prima del rientro, in qualche squallido bar, e dai quali altrettanto volentieri fuggi appena puoi.

Beh! In quella bella “casa di cartone” Robi e Anna stanno crescendo da anni la loro famiglia, a Natale vi trova spazio un bel presepe e quando ci si entra si sta bene, non solo per la meravigliosa accoglienza dei padroni di casa, ma sembra proprio che la casa stessa si unisca a loro nel darti il benvenuto, insomma si avverte in breve che si tratta di un bel luogo per viverci, nel quale si soggiorna volentieri.

Mi piace pensare, divagando, che con questa loro scelta, anche i miei cari amici Robi e Anna sono entrati nel club dei collezionisti di anidride carbonica, cosa che anch’io spero di fare presto. Quello che intendo dire è abbastanza intuitivo, ma mi spiego meglio.

Mi viene in mente che da qualche parte avevo sentito o letto, quale proposta di soluzione al problema dell’effetto serra, quella di catturare la CO2 e immagazzinarla in qualche recondito luogo sotto terra. Non so con chissà quale tecnica ingegneristica e esula dalle mie competenze e conoscenze l’approfondimento della questione.

Noi utilizzatori (di fatto o di intenzioni future) di legname da costruzione, nel nostro piccolo, il sistema di mettere da parte, e quindi collezionare, per un po’ di tempo certe quantità di anidride carbonica lo abbiamo trovato, sfruttando il lavoro dei nostri fratelli alberi.

In effetti gli alberi (come gli altri vegetali) nel corso della vita prelevano dall’atmosfera tutto il carbonio di cui hanno bisogno per la crescita, tant’è che si dice che il bilancio di CO2 nel caso dell’utilizzo del legno come combustibile sia nullo (o neutro), ossia, bruciando il legno, reimmettiamo nell’atmosfera la medesima quantità di anidride carbonica che l’albero ha assorbito dalla stessa durante la vita. Diversamente accade per i combustibili fossili che di fatto si trovano al momento confinati in qualche piega della terra con tutta la loro antica CO2 che verrà liberata nell’atmosfera appena li andremo ad utilizzare.

Ecco che se io con quel legno ci andrò a costruire un oggetto che duri quanto più tempo possibile, vedi una casa, avrò trovato il modo di accantonarlo con tutto il suo carbonio sottratto all’atmosfera, il quale se ne starà tranquillo per 30, 50, 100 o più anni fino a quando per qualche motivo non decidessi di liberarlo, ancora sotto forma di anidride carbonica, utilizzando quel legno come combustibile.

Detto questo, e andava detto se è di motivazioni che andiamo alla ricerca, prometto di non tornarci più, ben sapendo per fortuna, che quando passo a trovare gli amici nella loro accogliente casa, ho faccende più piacevoli a cui pensare, e spero che un giorno ciò accada anche nella casanelcampo.