IL PROGETTO …… OK! Ma anche di abeti dell’infanzia.

pianta casa

Rieccoci, dopo un po’ di tempo, per lo più impiegato a studiare e redarre il progetto, a pensare alle soluzioni possibili, a  cercare di capire se non stiamo per caso imboccando una strada troppo difficile, si, insomma, un periodo altalenante tra momenti di grandi idee e ridimensionamenti, di sconforto e di grande entusiasmo. Comunque sia, siamo qui. Il progetto è stato preparato ed accolto positivamente in famiglia e tra gli amici, e, miracolo, è stato approvato al primo colpo anche da Comune e commissione edilizia (forse anche lì si comincia a capire che i tempi stanno cambiando).

Più o meno apparirà così.

Adesso il carrozzone burocratico seguirà la sua strada, tra i meandri di sovrintendenza beni ambientali e genio civile, una strada lunga qualche mese. Nel frattempo bisognerà predisporre i calcoli strutturali, e quindi convincere il mio amico ingegnere che stavolta si lavorerà quasi solo con il legno (a parte fondazioni e muri interrati). E poi contattare fornitori, valutare preventivi, decidere dettagli e ………. soprattutto, trovare la banca che accetterà di concederci il mutuo, ossia che crederà nel progetto e lo finanzierà, ma vorrei dire meglio, che voglia credere in un sogno e lo voglia finanziare.

E allora i prossimi giorni saranno giorni di scelte e valutazioni, ma avremo tutto il tempo di tornarci su.

Per intanto, giusto per dare più spazio ai sogni che alla concretezza, mi è balenata una balzana idea: perchè nella casa che sorgerà nel campo che fu del nonno, non trovare posto anche a qualche albero che arrivi dai boschi che furono del nonno? Va premesso che insieme al campo sono giunti a noi, da nostro padre e prima da nonno Giacomo, anche dei modesti appezzamenti boschivi sul Monte Grappa. Dopo tanti anni sono tornato in quei posti, e subito mi hanno riportato alla mente i pic nic domenicali dell’infanzia, dopo la messa a San Giovanni, sotto le fronde dei faggi e dei pecci. L’aria frizzante dell’estate, l’odore di serpillo calpestato dalle nostre corse nei prati, le scoperte nei boschi, la prinz rossa parcheggiata all’ombra, e poi le pietanze preparate da mamma, e poi le storie di guerra, e poi ……., e poi ……….., si insomma echi di un tempo andato.

Ecco che in quei boschi ho visto ora gli alberi che potranno diventare dei bei pilastri a sostegno del portico, una specie di biglietto da visita della casa stessa, alcuni abeti alti e snelli, che probabilmente ai tempi dei pic nic erano poco più che ragazzini, ma che oggi hanno visto il cielo.P1040253

Per questo ho iniziato a fare considerazioni da boscaiolo: il periodo giusto per il taglio, procurarmi una buona motosega, cunei e mazza da abbattimento, le modalità di esbosco, i rischi oggettivi per un dilettante come me, il trasporto a casa, tutte cose pericolosamente eccitanti e che stranamente mi riempiono di bambinesco entusiasmo. Capisco anche come possano apparire come una enorme e futile digressione dall’idea centrale della questione, ma tutto questo mi riporta prepotentemente alla mente papà. E anche questo per me è ritorno a casa.